La crisi economica spinge sempre più italiani a rivolgersi all’estero per le cure dentali. Si stima che ogni anno oltre 200.000 italiani si rivolgano a cliniche in Albania, Romania, Croazia e Turchia per terapie odontoiatriche.
Il presidente della Società Italiana di Parodontologia, Prof. F. Cairo, nel recente 23° Congresso Internazionale di Rimini ha fatto presente che il fenomeno sia in continua ascesa sebbene tempo fa persino l’Ambasciata Italiana a Tirana abbia emesso una nota circa le condizioni degli studi in Albania che non rispettano gli standard di qualità e sicurezza e impieghino materiali scadenti. Molto spesso al rientro in Italia il costo per risolvere i problemi di queste terapie “economiche” è tre volte superiore a quanto speso.
I motivi sono diversi. Anzitutto, la pianificazione del trattamento molto spesso è fatta su una radiografia e null’altro. Poi c’è la questione dei tempi: si deve fare in fretta, senza aspettare tempi di attesa di guarigione. Ciò implica imprecisioni delle protesi e perdita di impianti. Infatti, è per questo che vengono usati più impianti del dovuto per sopperire a quelli persi.
Inoltre, le problematiche per guarire i denti possono essere lunghe e quindi denti recuperabili vengono rimossi e sostituiti con impianti… e non è la stessa cosa. L’Italia è nella top ten mondiale per le cure gengivali guardando i dati delle pubblicazioni degli ultimi 10 anni. Per ridurre i costi delle terapie non è necessario scegliere terapeuti “al risparmio”, ma fare diagnosi precoce e seguire protocolli precisi e definiti. Adottare soluzioni più veloci ed economiche non è sinonimo di reale risparmio.