La scorsa settimana una paziente di Portici, impiegata di 45 anni si è presentata alla mia osservazione con una condizione clinica piuttosto chiara di disfunzione articolare con limitazione dell’apertura della bocca grave. Non molto chiara alla paziente era l’origine del disturbo, per cui ritengo interessante condividere questo articolo redazionale della mia Associazione Face XP. (Edoardo Marchese)
COS’È L’ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE
I movimenti mandibolari sono resi possibili dal disco articolare posizionato tra la mandibola e l’osso temporale, i muscoli masticatori e i legamenti. Il disco articolare consente alla mandibola diversi movimenti: rotazione intorno alle articolazioni, in avanti, lateralmente a sinistra e destra.
Un sistema complesso in cui una complicazione ad una qualsiasi delle sue parti può determinare un problema dell’articolazione temporo-mandibolare.
CAUSE DELLE DISFUNZIONI TEMPORO MANDIBOLARI
Sulle cause scatenanti le disfunzioni temporo mandibolari (DTM), il mondo scientifico oggi è concorde nel ritenere che questo avvenga quando sia superata quella soglia di tollerabilità che ogni individuo possiede, cioè la propria capacità di adattarsi a un evento.
L’eziopatogenesi (la causa di una malattia) è ritenuta multifattoriale.
Sono diversi i fattori che concorrono a determinare le disfunzioni temporo mandibolari, i principali sono i seguenti:
– traumatico
– occlusale
– parafunzionale
– psichico
– ormonale
– posturale
– neuromuscolare.
Notevole importanza assumono lo stress e le parafunzioni, intendendo con quest’ultime le abitudini viziate (mordere la penna, le unghie, uso eccessivo di chewing gum) e parafunzioni propriamente dette come il bruxismo e serramento.
Il rimedio che lo specialista può proporre dipenderà da come si manifesta la disfunzione.
Non esiste un approccio valido per tutti, ma la capacità del medico starà nel riconoscere e distinguere i segni presenti, utilizzando tutti gli strumenti ed esami a disposizione.
Gli strumenti a disposizione per una diagnosi adeguata sono rappresentati da un’anamnesi accurata e da un corretto esame obiettivo, basato sull’utilizzo e interpretazione di numerosi test funzionali.
Utilizzare gli esami strumentali “imaging”, oggi sempre più accurati, ma senza trascurare un’attenta valutazione clinica. Il loro utilizzo deve servire solo come compendio e conferma di una diagnosi, o perlomeno di un sospetto diagnostico.
Potrà quindi essere prescritto l’uso di un bite (o splint occlusale) ma che deve rispettare alcune regole fondamentali di costruzione e utilizzo ed essere accompagnato da controlli continui, integrato spesso da una terapia riabilitativa con lo specialista di riferimento (fisioterapista) alla stessa stregua di qualsiasi problematica articolare del nostro organismo.
CHI È LO SPECIALISTA DI RIFERIMENTO?
Lo gnatologo o specialista in ortognatodonzia, sono le figure di riferimento.
La gnatologia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della fisiologia, della patologia e delle funzioni della mandibola. Quindi riguarda la masticazione e la deglutizione, ma anche la funzione fonatoria e quella posturale.
I DISTURBI DELL’ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE (ATM)
Soffrire di dolore all’articolazione temporo mandibolare (ATM) è un’esperienza che possono provare molte persone nell’arco di una vita; sono pochi però, quelli che ricorrono alla visita da uno specialista.
E’ stimato che circa il 60% della popolazione, almeno una volta nella vita, abbia avuto dei sintomi di malfunzionamento (disordini temporo mandibolari) a questa articolazione.
Per molte persone “è solo un disturbo fastidioso”, giudizio avvalorato dal fatto che spesso il problema si risolve da sé non evolvendo verso forme croniche. Facendo riferimento a problematiche temporo mandibolari, in genere le persone parlano di “mandibola a scatto“, “mandibola che schiocca“, o anche “clic della mandibola“.
La domanda che dovrebbe sorgere spontanea è: se si lamentasse questo disturbo a un ginocchio, a un gomito o a un’anca, parleremmo sempre di disturbo fastidioso?
Quella temporo-mandibolare è una articolazione del nostro organismo che, seppur con alcune differenze, è simile alle altre articolazioni, sia nel suo funzionamento che nelle patologie ad essa correlate.
Apparentemente siamo portati a pensare che essa non sopporti un carico come per esempio un ginocchio. Tuttavia, bisogna ricordare che sui denti posteriori si scaricano forze di 60 Kg/cm2 e che il massetere (il muscolo presente nella guancia) è tra i muscoli più potenti del corpo umano!
A conferma di questa straordinaria forza, avete mai visto i trapezisti che si tengono sospesi utilizzando solo i denti?
L’articolazione temporo mandibolare sopporta anch’essa carichi notevoli e il fatto che compaiano episodi come il “click” (mandibola a scatto), limitazione in apertura o episodi di blocco aggiunti a difficoltà nella masticazione e dolore facciale, deve preoccupare e spingere a un consulto specialistico.
Non tutti i segni (alterazioni evidenziabili dal medico) o sintomi (fenomeni avvertiti dal paziente), necessitano di un trattamento, ma solo nella quota di riferimento dal 5% fino al 10% dei casi, come da autorevole letteratura medica.
Le donne sono le più colpite con un rapporto di 4:1 rispetto agli uomini, in un’età compresa tra i 25 e 40 anni.
E’ rilevante la presenza di segni d’incoordinazione discale (prime fasi di disfunzione articolare) già nella prima infanzia e adolescenza che possono avere riflessi sul normale sviluppo scheletrico.
LE DISFUNZIONI TEMPORO MANDIBOLARI (DTM)
In alcuni pazienti il quadro può evolvere, cronicizzare, prendendo la forma che è definita “disfunzione temporo mandibolare” il cui acronimo è DTM.
In quale comprende:
– disordini muscolari
– dislocazioni del disco
– artriti e artrosi.
Il disordine muscolare può essere rappresentato dal dolore ai muscoli che intervengono nella masticazione e/o dalla limitazione al movimento da parte di essi per proteggere da ulteriori danni.
La dislocazione del disco è percepita inizialmente come un click (mandibola a scatto) vicino all’orecchio (sede dell’articolazione) ed è dovuta allo spostamento di un disco, simile al menisco del ginocchio, che è ricatturato durante il movimento di apertura della bocca.
La dislocazione può essere completa e il disco non essere ricatturato nel movimento, parleremo allora di dislocazione senza ricattura, che porta in genere a una limitazione del movimento.
Il progredire verso forme più gravi porta all’insorgere di processi infiammatori a carico di queste strutture e di degenerazioni ossee (artriti e artrosi), forme spesso accompagnate da dolori e sintomatologie accessorie acufeni, cefalee, etc.
Si deve però prestare attenzione anche ad alcuni segnali che possono sottintendere un cattivo funzionamento dell’apparato masticatorio: abrasioni dentali, mobilità, difficoltà nel masticare alcuni cibi.
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