Per rispondere a questa domanda è necessario prima descrivere brevemente l’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM).
Questa articolazione può essere definita come la più complessa del corpo umano, presenta 2 condili – uno mandibolare e uno cranico – che si affrontano con un menisco interposto (Fig. 1) e può effettuare movimenti molto articolati per consentire la masticazione e la fonazione.
Le patologie che interessano l’ATM possono portare a dislocazione del menisco facendo percepire al paziente uno scatto (click) quando apre o chiude la bocca, o poi evolversi in una riduzione dell’apertura della bocca con dolore (locking). Pertanto si possono compromettere i movimenti della mandibola e la masticazione corretta, e si può anche soffrire di cefalee e dolenzia dei muscoli masticatori e nucali.
La diagnosi di queste patologie è sia clinica, con una valutazione accurata delle dinamiche mandibolari e della sofferenza sia delle articolazioni che dei muscoli masticatori, che strumentale. Gli esami radiografici richiesti, oltre alla ortopantomografia delle arcate dentarie, includono la Tomografia a Raggio Conico (CBCT) e la Risonanza Magnetico Nucleare (RMN).
La CBCT consente di valutare le strutture ossee (Fig. 2) mentre la RMN esamina i tessuti molli (menisco).
Nell’immagine n. 2 si possono vedere i vari gradi di compromissione dell’anatomia della ATM, dalla norma al più grave.
Le patologie delle ATM possono essere correlate alla dentatura e a un carico eccessivo su di esse che può essere provocato da contatti dentali non corretti.
La terapia delle ATM ’doloranti’ può contemplare vari livelli di intervento, dalla fisioterapia per migliorare la dinamica mandibolare, a bite ‘mirati’ detti Splint Gnatologici che riproducono i contatti dentali corretti fino alla prescrizione di farmaci per controllare il dolore. Sarà lo Gnatologo a stabilire il giusto trattamento per ogni paziente.
In genere la sequenza terapeutica è :
Figura 1
Figura 2
Figura 3